Ciclometria e geometria – Parte prima

Dicembre 29, 2014 | Lotto

Se osservate il quadro di una qualsiasi estrazione vi verrà spontaneo e naturale, individuate determinate condizioni di ricerca e trovati gli elementi che vi appartengono, disegnare le più disparate figure geometriche (triangoli, quadrati, rombi, pentagoni, esagoni, etc.).

Il susseguirsi delle estrazioni, infatti, ci regala la possibilità di stabilire parametri di selezione ed immaginare teorie che per diventare delle metodologie di previsione devono, però, rispettare criteri di logicità che, osservando la maggior parte della editoria specializzata, sembrano essere, in questo periodo, quasi dimenticati se non del tutto assenti.

Questa mia affermazione, che ai più superficiali può sembrare solo una critica, vuole essere invece un incitamento allo studio, serio ed approfondito, dei fenomeni che regolano il complesso mondo delle estrazioni del lotto, un impegno costante che abbia come finalità dichiarata l’avvicinarsi sempre di più all’agognata certezza dell’esito ragionevolmente positivo.

In quest’ottica il nostro lavoro di ricerca, da qualche anno, si sta rivolgendo sempre di più alla individuazione dei “criteri di selezione” che stanno alla base di qualsivoglia metodo di previsione.

E quanto andiamo ad illustrare, come vedrete, prende le mosse proprio da questa scelta.

Come detto, in ciclometria, ed in generale nell’analisi degli estratti, possiamo ipotizzare figure diverse per grandezze e conformazioni.

Potremo servirci di formazioni elementari, classiche, ma anche di formazioni di nuova catalogazione, purché esse siano dotate di criteri logici, geometrici o matematici e non siano solo delle accozzaglie senza senso di numeri scelti a casaccio

Prendiamo, ad esempio, tre numeri che, posti ai vertici di un ipotetico triangolo ne determinino l’appartenenza alla categoria dei “triangoli isosceli” (che come è noto presentano due lati di egual misura). Siano essi 1-17-33:

Ora immaginiamo di voler continuare nella “progressione” a passo + 16 determinando un quarto numero che non potrebbe essere altro che il numero 49 (33+16 =49). Quale figura geometrica andremmo a generare ? A prima vista qualcuno potrebbe rispondere: il quadrato. Ma non è così.

Disponiamo visivamente il quarto elemento 49 aggiungendolo al triangolo isoscele da cui siamo partiti:

Per raggiungere il nostro obiettivo dovremo far si che la figura che andremo a generare rispetti delle logiche geometriche, matematiche e ciclometriche, ovvero:

  • che sia geometricamente “corretta”
  • che presenti delle distanze comuni a tutti i suoi lati meno che uno
  • che la somma delle distanze espresse dai lati sia pari a 90

Ma quale sarà, allora, questa figura ? E’ presto detto: essa sarà un pentagono. Vediamo come costruirlo. Per prima cosa dovremo calcolare, dopo aver ricavato il 49, una ulteriore progressione della distanza 16 che è la distanza di partenza espressa dalla terna iniziale:

49+16 = 65

A questo punto possiamo collocare questo ulteriore elemento e “chiudere” la figura:

La figura triangolare da cui siamo partiti trova, pertanto, la sua “logica” chiusura in una figura pentagonale in cui l’elemento “medio” della terna di partenza (nel nostro caso il 33) costituisce il “vertice” e “perno” della struttura.

Come vedremo siffatte figure, generate casualmente dal susseguirsi degli estratti, possono essere sfruttate a fini previsionali con notevoli percentuali di esito vincente.

E non solo. Oltre alla intera figura pentagonale anche i tre triangoli isosceli in essa contenuti presentano delle caratteristiche di simmetricità che , se sfruttate adeguatamente, presentano potenzialità eccezionali.

Il motivo di tale “predisposizione” di strutture simili va ricercato proprio nell’ordine armonico che esse esprimono. Non va dimenticato che in ciclometria, secondo l’assunto tanto caro al grande professore Domenico Manna, “tutto ciò che è armonico è destinato a rompersi”. Aggiungiamo noi: “generando nuove armonie e disarmonie che riproducono l’ordine iniziale”.