Il triplo differenziale – Parte prima

Novembre 01, 2015 | Lotto

Una delle principali intuizioni di Fabarri, nonchè capisaldo di tutti i suoi studi ciclometrici, fu di individuare quello che denominò “Triplo differenziale“. Affinchè gli utenti comprendano appieno come egli arrivò alla definizione di questo concetto e dell’iter operativo costruito per il ricavo delle previsioni è opportuno riportare il testo originale steso da Fabarri del suo originario procedimento e che fu pubblicato sulla storica rivista “IL CALCOLO VINCITORE” dell’ottobre 1969:

“ Il quadrato Fab, individuato dallo scrivente molti anni or sono, rappresenta una formazione di 4 numeri dotata delle seguenti caratteristiche:

  1. comprende due elementi tra i quali intercorre la distanza 45;
  2. operando tutte le distanze fra le varie coppie in senso orizzontale, poi verticale, ed infine incrociato, ed eseguendo la differenza fra i rispettivi indici, si ottiene sempre un risultato eguale, che costituisce il cosiddetto differenziale triplo.

Eccone un esempio tipico, tratto dalla estrazione del 3 maggio 1969:

E’ opportuno ricordare che le distanze vengono sempre eseguite con il criterio circolare o del limite 45, per cui quando la differenza supera 45, se ne deve prendere il complemento a 90. La prima notazione che merita di essere rilevata consiste nel fatto che, se le due coppie costituenti il quadrato occupano posti diversi, l’elemento estratto per ultimo tende a riprodursi su una delle ruote di base in poche settimane; nell’esempio descritto l’ultimo numero era l’81, uscito al 3° posto; ed esso si riproduceva nella stessa ruota di Milano dopo 4 estrazioni.

Secondo rilievo. Il numero che abbiamo chiamato triplo differenziale ha molte probabilità di riprodursi anch’esso nelle ruote, accompagnandosi, talvolta, con un elemento del quadrato. Nel nostro caso, infatti, il 15 usciva a Bari dopo due estrazioni e si ripresentava ancora nella stessa ruota dopo altre sei settimane con il numero 40.

Talvolta questo triplo differenziale non si riproduce nelle ruote di base, ma viene sostituito dal suo doppio. L’esempio mostra anche l’uscita di questo doppio, che era 30, alla ruota di Milano dopo 3 settimane.

Vediamo un altro caso rilevato dalla estrazione del 10 maggio 1969:

Il 22 si presentava a Cagliari dopo 3 estrazioni; l’86, ultimo estratto, usciva dopo 2 settimane a Palermo. Come si vede i due elementi precisati,possono costituire interessanti basi di gioco, che non di rado offe l’esito dell’ambo nelle ruote di partenza, come viene precisato da un altro esempio che qui riferiamo:

Estrazione del 7/6/1969:

L’ultimo numero. 63, si riproduceva a Torino nella estrazione successiva; e dopo 6 settimane usciva a Torino l’ambo secco 25-63, formato dal triplo differenziale e dal numero terminale del quadrato.

Qui sia ben chiaro non si intende affermare che il quadrato Fab rappresenti la soluzione del problema e la vincita sicura e facile. Ma indubbiamente esso forma una base di studio di notevole importanza, essendo suscettibile di ulteriori rilievi, analisi e sviluppo inerenti al suo carattere eminente costitutivo ed ordinativo dei numeri.

Non è un argomento nuovo, poiché ce ne siamo occupati molti anni fa, eppure siamo certi che esso torna oggi molto utilmente di attualità per fornire agli appassionati di questa materia una efficace e luminosa e fertile prova dell’importanza di tutto ciò che riguarda la concezione ordinativa e dispositiva degli eventi numerici, i quali presentano tanti e così svariati aspetti della grande e, per certi versi, ancora misteriosa armonia che pervade il tessuto delle successive estrazioni. E questo ci fornisce ancora una volta lo spunto per ripetere che l’attenzione dei principianti e dei cultori di glottologia deve rivolgersi, soprattutto, al campo dell’ordine, delle formazioni armonicamente tipiche laddove l’esperienza dimostra che si aprono delle prospettive realistiche e positive per lo studio e la pratica applicazione della tecnica numerica, mentre gli affannati ed ostinati inseguitori dei ritardi continuano, purtroppo, a brancolare e dimenarsi tra le ansie, le incertezze, i patemi e le cocenti inevitabili delusioni. “

Il TRIPLO DIFFERENZIALE, per alcuni versi, rappresenta un po’ l’eredità spirituale del grande Fabarri. Egli, a conclusione del suo articolo, sprona allo studio delle formazioni armoniche e ordinate, invitando lo scommettitore ad abbandonare il perdente e deludente gioco dei ritardatari. Al di là del fatto di essere personalmente d’accordo con il pensiero Fabarriano (mai dai miei interventi, come saprete, è venuto l’invito ad inseguire i numeri ritardatari), è indubbio che solo lo studio e la perseverante ricerca di determinati impianti numerici può consentire, in minima parte, di combattere l’alea del gioco del lotto che, sia detto a chiare lettere, rimane pur sempre, anche se legalizzato, un gioco d’azzardo.

Le indicazioni di Fabarri sono chiare: egli, nei suoi interventi precedenti al TRIPLO DIFFERENZIALE (tipo il QUADRATO FAB come cita lo stesso autore), aveva già proposto queste strutture caratterizzate dalla presenza di un medesimo valore differenziale, evidenziandone i rilievi che, per il tempo (non c’era la diffusione di oggi di computer e tutto, pensate un po’, veniva svolto manualmente), gli fu possibile individuare. Uno dei limiti di questa opera fondamentale delle teorie del compianto studioso è da riscontrarsi nella mancanza di sviluppi per il gioco di ambo che, lo stesso Fabarri, quasi tralascia a beneficio della sorte di ambata. Il grande Domenico Manna, ideale continuatore degli studi di Fabarri, riallacciandosi ai dettami dello studioso, ripropose negli anni 80 questi concetti integrandoli con ulteriori osservazioni storiche (TRIPLO SOMMATIVO) e di grande interesse. Nel nostro piccolo, anche in questa occasione, anniamo voluto sviluppare i temi originari per illustrare delle alternative procedurali che non mancheranno di dare grande soddisfazione allo scommettitore. Nelle parti che seguono illustreremo le nostre constatazioni.

(continua)