La teoria dei vortici ciclometrici – Parte quinta

Giugno 05, 2016 | Lotto

Comincia in questa parte la spiegazione dettagliata della TEORIA DEI VORTICI CICLOMETRICI di cui, fino ad ora, abbiamo illustrato le modalità applicative più elementari. Va premesso che per poter operare proficuamente con questa teoria è necessario che lo scommettitore si applichi un po’ di più di quanto fino ad ora ha fatto. Non che si debba essere laureati in “fisica nucleare” ma una maggiore attenzione è richiesta.

Abbiamo chiuso la quarta parte proponendo una tabella che, abbiamo detto, costituisce il punto di partenza della teoria. La riproponiamo:

Nella colonna in giallo è indicato il passo di avanzamento del vortice, in quella verde il numero da cui esso può avere origine, in quella celeste il valore massimo distanziale che può raggiungere, in quella in grigio la sequenza dei numeri che compongono ciascun vortice.

Cosa significa in termini pratici tutto questo? Quando si “innesca un vortice ciclometrico” accade che, partendo da un dato numero (origine), rilevato un passo costante (passo del vortice), per arrivare al limite massimo compreso nel campo delle distanze ciclometriche (da 1 a 45) si sviluppa una sequenza di distanze “intermedie” che produce una serie di numeri che tendono a manifestarsi nel ciclo temporale in cui il vertice stesso si innesca e si sviluppa. Detto a parole potrebbe non chiarire del tutto il concetto, per cui ricorriamo ad un esempio.

Siano dati due ambi: 1-7 ed 1-25. Questi due ambi presentano un elemento comune, il numero 1 che costituisce l’origine del vortice.

I due ambi esprimono una distanza pari a 6 (l’ambo 1-7) e 24 (l’ambo 1-25) con la distanza maggiore 24 che è multipla della minore 8 (24:4 = 6). Ergo significa che per arrivare dall’ambo 1-7 all’ambo 1-25 il numero 1 (origine del vortice) con passo 6 (passo costante) “passa” attraverso altri due ambi che presenteranno distanze 12 (2 volte la distanza minore) e 18 (3 volte la distanza minore).

Questi ambi saranno, pertanto 1-13 ed 1-19 che andranno a formare la sequenza: 1-7 / 1-13 / 1-19 / 1-25.

Come sicuramente avrete ben compreso uno dei requisiti fondamentali per “individuare” un possibile vortice ciclometrico è la presenza di un numero eguale (origine) in due o (come vedremo in seguito) più ambi. Nell’esempio che abbiamo proposto il numero di origine è 1 ma nulla vieta che possa essere un qualsiasi altro numero, 7 o 11 o 15, purché esprima almeno 3 valori distanziali (i due di partenza più almeno uno “intermedio) altrimenti non potrà essere sfruttato per il ricavo della previsione.

Vi è poi un distinguo da operare sull’ordinamento del “vortice” individuato: esso potrà essere di ordine crescente (come nel caso illustrato che partendo dall’ambo 1-7 arriverà all’ambo 1-44) o decrescente (potrebbe essere viceversa determinato dall’ambo di partenza 1-44 per arrivare all’ambo 1-7). Quest’ultimo concetto richiama quello delle proiezioni o progressioni distanziali di cui circa 20 anni fa, per primi, ci occupammo pubblicando i primi nostri articoli sulle pagine della Settimana del Lotto. Allora sembrava un concetto distante anni luce dalla concezione moderna della ciclometria, mentre oggi è entrato a far parte delle normali operazioni di calcolo che ricorrono spesso nelle tecniche di previsione.

Un ulteriore distinzione delle applicazioni possibili con la teoria dei vortici va fatta con riferimento alla tipologia della manifestazione stessa del vortice.Esso potrà essere dei seguenti tipi:

  1. Monovalente (espresso da una stessa ruota in un ciclo temporale di massimo 18 estrazioni)
  2. Bivalente (espresso da due ruote in un ciclo temporale di massimo 10 estrazioni)
  3. Polivalente (espresso da più di due ruote in un ciclo temporale di 5 estrazioni).

L’analisi che abbiamo condotto nelle numerose prove effettuate ha evidenziato che il ciclo temporale in cui un vortice si manifesta rappresenta uno dei parametri più importanti da tenere in considerazione. Ciò vale soprattutto quando siamo in presenza di vortici monovalenti o bivalenti. Non si sono evidenziate, invece, tipologie preferibili in merito alla individuazione del numero origine (il numero comune): sono risultati più efficaci (e non potrebbe essere altrimenti ….) i vortici innescati dal numero 3 e dai suoi multipli.

Discorso diverso è dato dal passo di avanzamento: qui di gran lunga sono da preferire le distanze 3 e i multipli 6, 9, 12, 15 che, come spesso accade in quasi tutti i procedimenti ciclometrici, agiscono come veri e propri catalizzatori nello sviluppo e nella costruzione delle previsioni future.

Una ultima considerazione prima di addentrarci nelle operazioni di calcolo. La teoria dei vortici ciclometrici è un efficacissimo strumento per ottenere previsioni vincenti in un periodo medio-breve ma non è assolutamente adatta a chi non ha pazienza e pretende di vincere immediatamente in 2 o 3 colpi. Capita che gli esiti positivi generati dai vortici si manifestino in pochissime estrazioni ma, statistica alla mano, i tempi medi di sfaldamento delle previsioni ricavabili viaggiano tra le 15 e le 25 estrazioni. Un gioco intelligente di attesa permette, comunque, di seguire le stesse per periodi inferiori e rendere remunerativa la tecnica perseguendo fini speculativi.

Ribaditi i punti fondamentali della teoria, andiamo a vedere come utilizzarla nella pratica, ovvero come procedere per il ricavo delle previsioni. Partiremo illustrando la modalità base, quella che riteniamo essere di elementare applicazione, che si riferisce alla individuazione di VORTICI POLIVALENTI ovvero quelli manifestati da 2 o più ruote. Per poter individuare con una certa immediatezza le estrazioni che fanno al nostro caso consigliamo di prendere in esame quelle che presentino, tra tutte le 11 stazioni, numeri che siano stati estratti due o più volte (consigliamo vivamente quelle in cui vi sia un numero estratto per 3 volte).

Vediamo un caso verificatosi il 2 luglio 2015:

Tra le 3 ruote in esame, evidenziato in rosso, rileviamo la presenza comune del numero 34. Questo elemento costituisce l’origine del vortice che andremo ad identificare. La prima operazione da svolgere consiste nel calcolare, per ciascuna ruota, le distanze ciclometriche che intercorrono tra il 34 ed i restanti 4 numeri:

Abbiamo riportato, per ciascuna ruota, le 4 distanze generate dal numero origine 34: tra esse ne abbiamo evidenziate alcune in verde, più precisante 23, 25 e 26. Cosa vuol dire tutto ciò? Semplice: il numero origine ha “innescato un vortice ciclometrico” che, a passo costante 1, ha espresso le distanze evidenziate. In pratica è come se la tabella che abbiamo riportato ad inizio di questo articolo indicasse:

Chiarendo meglio il concetto diremo che il numero 34, con passo di avanzamento della distanza pari ad 1, ha espresso, attraverso le distanze 23, 25 e 26 i 4 numeri 11 (34-23), 9 (34-25), 59 (34+25) e 60 (34+26) che lo accompagnano sulle ruote che abbiamo individuato.

La nostra teoria, a questo punto, prevede di utilizzare la distanza che unitamente alle 3 espresse contribuisce a formare una “sequenza o catena” distanziale continua e che, come chiaramente si intuisce è la distanza 24 che, unita alle altre, forma la serie 23-24-25-26.

Il caso che stiamo esaminando è un caso particolare. La teoria, infatti, prevede l’utilizzo di due distanze (vedremo nei prossimi interventi come e perché) che devono generare quattro nuovi numeri distinti e diversi. In questo esempio agiremo su una sola distanza provvedendo, mediante un artifizio, a generare i 4 elementi che ci occorrono per la previsione.

Detto questo ritorniamo al nostro numero origine 34 ed alla distanza 24. La prima operazione che andremo a fare sarà quella di addizionare e sottrarre la distanza al numero origine:

34+24 = 58          34-24 = 10

I numeri 58 e 10 sono i primi due elementi della previsione. Per ottenere gli altri due, operando come detto in questo caso con una sola distanza, utilizzeremo il numero complementare a 90 del 34 vale a dire 90-34 = 56:

56+24 = 80          56-24 = 32

I quattro numeri ottenuti andranno messi in gioco sulle 3 ruote di rilevamento e su tutte per un periodo massimo di 25 estrazioni per la sorte di ambo.

L’esempio proposto, nel periodo di gioco indicato, ottenne:

5° colpo ambo 10-58 su Napoli (ruota base)

6° colpo ambo 58-32 su Napoli (ruota base) ed ambo 10-58 su Firenze (tutte)

14° colpo ambo 58-80 su Roma (ruota base)

Come si vede ben 3 esiti vincenti sulle 3 ruote di base.

Ricordiamo che l’ambo in quartina su ruota paga, al netto, 39,16 volte per ogni euro giocato. Adeguando la posta il gioco può essere facilmente seguito sulle 3 ruote senza eccessive esposizioni e con una ponderata progressione di puntate si può mirare a conseguire anche un utile interessante.

(continua)