L’eccellenza del triangolo isoscele
L’eccellenza del triangolo isoscele – Parte prima
Nei nostri intenti, sin dal primo articolo pubblicato su questo sito, ve ne sono sempre stati due che, nettamente, si distaccavano dagli altri.
Il primo è quello dell’approfondimento e dello studio innovativo: a tal riguardo, negli anni di collaborazione a varie testate, per primi abbiamo introdotto studi e procedimenti sulle distanze verticali, figurali e periferiche, i concetti di progressione e regressione numerica, le tecniche di incastro ciclometrico e figurale, e decine di altre innovative teorie.
Il secondo scopo è sempre stato quello del coinvolgimento dello scommettitore, non solo come mero esecutore della tecnica proposta a fini previsionali propri, ma anche e soprattutto come sprone per il miglioramento, la ricerca ed il perfezionamento di quanto pubblicato.
Passiamo a presentare un procedimento che, laddove chi ci segue lo voglia, si presta ad essere facilmente integrato da varianti migliorative o considerazioni di gioco personali.
La presenza di una terna di numeri dove sia identificabile un numero vertice equidistante dagli altri due, rappresenta un “chiaro segnale” ciclometrico che dovrà, nelle successive estrazioni alla comparsa di siffatta figura, per forza di cose “accadere qualcosa” che porterà la figura identificata a “rompersi” o “trasformarsi” in una figura diversa.
E’ il classico concetto introdotto dal grande conterraneo Domenico Manna, illustre e mai troppo rimpianto studioso, i cui preziosi insegnamenti tanto hanno contribuito alla nostra formazione.
In particolare va detto che quando la formazione triangolare si manifesta su due ruote distinte, difficilmente si assiste ad un esito negativo, in quanto la previsione tende a sfaldarsi, quanto meno per la sola sorte dell’ambata, in un tempo di gioco medio-breve.
Si osservi il quadro estrazionale di seguito riportato (figura 1):
02/10/2004 |
BARI | 37 | 18 | 34 | 79 | 60 |
02/10/2004 |
ROMA |
41 |
1 | 18 | 2 |
46 |
Figura 1
In occasione di tale estrazione si evidenzia, sulle ruote di Bari e Roma, una terna di numeri di quelle da noi indicate, formata dai numeri 2-18-34 tra i quali esiste il vincolo di equidistanza tra un vertice, il numero 18 ed i restanti 2 e 34 pari a 16 unità.
Siamo in presenza, pertanto, di un triangolo isoscele che si presenta come illustrato in figura 2:
Ricordiamo che la caratteristica principale del triangolo isoscele è quella di avere due lati di misura eguale (nel nostro caso i lati 2-18 e 18-34 che misurano 16) ed una base la cui misura sia:
- Il doppio della distanza comune dei due lati (per le distanze da 1 a 21, con basi che, conseguente-mente, vanno da 2 a 42)
- L’integrazione a 90 della somma della distanza dei due lati (per le distanze da 22 a 44, con basi che vanno da 46 a 2)
Identificato il triangolo avremo due possibilità di gioco. Vediamo quali:
Si metterà in gioco, quale ambata sulle due ruote interessate, il vertice che viene definito “lontano” del triangolo e che trasforma il medesimo in un rombo irregolare che avrà la particolarità di avere i lati a due a due eguali tra loro. Tale vertice “lontano” è dato dal numero diametrale (a distanza 45) del vertice 18 , vale a dire il numero 63 .
Ecco la figura che si determina con “l’inserimento” del vertice lontano (figura 3):
La figura che, geograficamente si determina, gode di una assoluta simmetria per quanto riguarda le distanze espresse dai lati, a due a due considerati. Oltre ai due lati noti che misurano 16, si evidenziano anche i lati 2-63 e 34-63 che misurano entrambi 29.
Infine va annotato che le due distanze sono “complementari” tra loro in quanto la loro somma (16+29) è eguale a 45 e che la somma delle distanze della figura determinatasi è pari a 90 (16+29+16+29 = 90).
Il numero 63, pertanto, rappresenta una ambata più che attendibile da porre in gioco su Bari e Roma.
E di fatti, all’8° colpo, in data 30/10/2004, eccola uscire su Bari.
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