L’equilibrio ciclometrico – Parte prima

Febbraio 17, 2015 | Lotto

Da qualche tempo sembra che (s)parlare di ciclometria sia diventato quasi uno sport nazionale. Fioriscono a destra e a manca blog, pagine, siti che discettano di una materia che solo se conosciuta a fondo può fornire le chiavi per comprendere, sia pur solo ancora in parte, l’imperscrutabile disegno che determina il susseguirsi degli estratti settimanali.

Sollecitati da alcuni utenti abbiamo dato un’occhiata al frutto di cotanta prospera opera divulgativa, spesso a firma di egregi “signor nessuno”, ritrovandovi solo i vecchi triti e ritriti concetti di fabarriana memoria. Non una novità, non una sola intuizione diversa. Solo cloni di metodi di Fabarri, e per di più, spesso e volentieri, impaginati ed interpretati anche male.

Per chi come noi cerca di innovare, sia pur seguendo gli insegnamenti ricevuti dai più grandi ciclometristi del passato, tutto ciò risulta essere incomprensibile, se non addirittura ridicolo. E’ come se volessimo creare un nuovo quotidiano limitandoci a copiare gli articoli delle altre testate già presenti sul mercato.

Non a caso abbiamo scelto, per questo nostro settimanale incontro, un tema che richiama all’equilibrio; speriamo che tale concetto possa far breccia nelle menti di quanti scrivono solo per riempire le pagine dei social, per farsi belli o spinti da fini meramente economici “riequilibrando” un’etica professionale che pare dimenticata e calpestata indiscriminatamente.

Fatta questa doverosa introduzione veniamo a ciò che maggiormente ci sta a cuore: lo studio dei fenomeni legati al mondo degli estratti.

Uno dei concetti più noti nel mondo del lotto legato alla parola “equilibrio” è senza dubbio quello partorito nel lontano 1955 dal professor Egidio Tessadri. Egli, in quell’anno, pubblicò un fascicolo dal titolo “Relazione fra i numeri”. Probabilmente i “signori nessuno” di cui sopra nemmeno sanno di chi stiamo parlando. Ma Tessadri ha avuto un ruolo molto importante nello studio dei numeri. Il suo lavoro fu pubblicato grazie alla lungimiranza dei fratelli Pasini, editori tra l’altro della storica rivista “Il calcolo Vincitore” dove Tessadri, sotto lo pseudonimo di “Tessover”, cominciava ed esporre le sue teorie.

Geloso custode dei suoi scritti, Tessadri ebbe un grande estimatore nel compianto Domenico Manna che ne ha più volte tessuto le lodi nei suoi articoli dedicati all’argomento dell’equilibrio dei numeri. Nel lontano 1983 proprio Manna avvalorò, implicitamente, le teorie di Tessadri sull’equilibrio instabile scrivendo: “Troviamo però che alcuni numeri, ciclo per ciclo, hanno avuto lo stesso comportamento, la loro corsa si è mantenuta reciprocamente in perfetto equilibrio. Ma fino a quando è destinato a perdurare questo equilibrio? Certamente è un “equilibrio instabile”, come lo definisce il prof. Tessadri. L’analoga corsa di due, tre, quattro o più numeri non è destinata a durare.”

Ma non è nostra intenzione riproporre ciò che Tessadri prima e Manna poi scrissero riguardo a queste “anomalie regolari” della frequenza degli estratti. Ci limiteremo a ricordare che un numero, mediamente, dovrebbe tendere a sortire ogni 18 estrazioni. Ma attenzione: mediamente vuol dire per una quantità di cicli di 18 estrazioni che tende all’infinito. Da uno studio statistico, in un ciclo di 18 estrazioni, dovremmo registrare una distribuzione di frequenza sulla massa dei 90 numeri totali per come di seguito riportato:

  • 57/58 numeri sorteggiati almeno 1 volta (di cui almeno 37/38 sortiti una sola volta e 20/21 sortiti due o più volte)
  • 32/33 numeri non sorteggiati

e di conseguenza con un rapporto di circa 2:1 (per la precisione 64,5 % e 35,5%).

Cosa significa “in soldoni” tutto questo? Semplicemente che spesso si traggono conclusioni completamente errate, o quanto meno affrettate, quando si parla di una proporzione pari a 2/3 e 1/3 (ovvero di 66,6% e 33,3%, quindi di 60 numeri sortiti e 30 no) da cui si fa scaturire la cosi detta “legge” del terzo.

Essa non esiste in quanto tale perché ogni combinazione ha una sua propria ragione percentuale di presenze e assenze che è stabilita solo e soltanto dal calcolo probabilistico. Che poi queste ragioni si “avvicinino” alla generica suddivisione del 33,3% e del 66,6% è un altro conto.

Concludendo, il metodo dell’Equilibrio Instabile tiene conto delle frequenze stimate in un campo da “0” a “n”, registrate dai 90 numeri, ognuno dei quali messo in relazione con tutti gli altri nel corso dei vari cicli di 18 estrazioni ciascuna che si susseguono. In base a questo metodo si analizzano quindi le relazioni di equilibrio sul totale di 4005 coppie possibili.

Quanto abbiamo fin qui introdotto vale, chiaramente, per i singoli numeri ma anche per particolari gruppi di essi quali quelli definiti per convenzione come le decine, le cadenze, le figure e quante altre ancora, ovviamente con una variazione proporzionale dei cicli stessi. Ma se questa teoria vale per i numeri, a ragione, noi ci siamo chiesti: ma vale anche per le distanze ciclometriche? E come ed in che modo può essere adattata e regolamentata a scopo previsionale?

E’ quello che cercheremo di spiegare in maniera facile ed immediata. Ma andiamo per gradi.

Nella figura abbiamo riportato i due ambi 11-35 e 36-82. Essi presentano due distanze diverse (24 per l’ambo 11-35 e 44 per 36-82) e sono formati da 4 numeri diversi tra loro. Queste due distanze, posto il caso che fossero “uniche” nella estrazione in cui i due ambi siano sortiti, tenderanno a ripetersi o a risultare assenti nelle successive X estrazioni esattamente alla stessa stregua dei numeri iperfrequenti o ritardatari.

Ora ragioniamo su quelle che possono essere ragionevolmente considerate le “probabilità” di sortita di una data distanza. Su una ruota sono estratti 5 numeri su 90. Ma i 5 numeri estratti generano 10 distanze in quanto formano 10 ambi, ognuno con la sua distanza. Sappiamo che le distanze “ciclometriche” sono in totale 45. Da ciò si evince che, mediamente, ogni distanza ciclometrica dovrebbe sortire ogni 45:10 = 4,5 estrazioni. Ovviamente ci riferiamo ad una singola ruota.

 Se considerassimo, invece, tutte e 11 le stazioni (quindi comprendendo anche la Ruota Nazionale) questa media si abbasserebbe “drasticamente” a 45:110: = 0,41 cosa che significherebbe, di fatto, che “mediamente” tutte le 45 distanze ciclometriche dovrebbero manifestarsi, tra tutte le ruote, almeno 1 volta per ogni estrazione. Ma sappiamo anche che non è così. E basta esaminare le distanze presenti in occasione di una qualsiasi estrazione per verificare.

L’esempio più rappresentativo è dato dalla distanza 45 che, come potrete constatare scorrendo le estrazioni, molto spesso risulta assente, anche per più estrazioni, su tutte le ruote. Analogamente vi saranno distanze presenti più e più volte in serie di estrazioni, generando delle iperfrequenze di certe distanze che “bilanceranno” le assenze di altre.

Nel prossimo appuntamento cominceremo con l’analisi dettagliata di una serie di estrazioni per illustrare come analizzare i dati ricavati e come utilizzarli per arrivare a ricavare delle previsioni ad alta affidabilità.

Premettiamo, altresì, per informazione a chi si aspetta di vincere in due colpi, che questo tipo di gioco va seguito con costanza e con pazienza, ma alla lunga è premiante ben più di tanti altri metodi cabalistici e/o del perdente gioco dei ritardatari.